Dentro di noi convivono due anime: una superficiale, influenzata dal mondo, e una profonda, che custodisce il nostro potere di guarigione e ci aiuta a superare le difficoltà.
Buongiorno a tutti. Oggi voglio parlarvi del nuovo numero di Riza Psicosomatica, “La vera cura è dentro di te”.
Ognuno di noi possiede risorse terapeutiche innate per guarire da ansia, insicurezze e paure. I codici dell’autoguarigione abitano dentro di noi. In realtà, dentro ciascuno coesistono due anime: una superficiale, sempre influenzata dal mondo esterno, e una profonda, nascosta e misteriosa.
L’anima di superficie è quella che si attiva quando cerchiamo pareri, quando ci autocritichiamo, quando lottiamo contro i sintomi nel tentativo di scacciarli il più rapidamente possibile. Poi c’è l’anima profonda, quella interiore, che quasi non si manifesta mai. Se ne sta silenziosa, come radice segreta di una pianta.
Eppure, è proprio a quest’anima nascosta che dobbiamo rivolgerci per guarire davvero.
Mi ha colpito rileggere Plotino, filosofo di duemila anni fa, che spiegava come gran parte delle nostre sofferenze nascano perché diamo ascolto soltanto all’anima superficiale, incapace di curarci. Quando affrontiamo un abbandono, un fallimento, una crisi, è lei che si agita e soffre. E ogni volta che parliamo a noi stessi del nostro disagio o chiediamo consigli agli altri, questa parte fragile sembra svanire, incapace di sostenere il dolore.
Certo, può capitare di trovare un amico con le parole giuste, ma quel conforto arriva spontaneamente, non perché lo abbiamo forzatamente cercato.
Plotino insegna che l’anima profonda agisce solo quando è incantata. Come la mente dei bambini quando ascoltano fiabe. Come quando giochiamo, ridiamo o restiamo rapiti davanti a un paesaggio. Quando sentiamo il desiderio, l’anima si espande, si apre all’infinito. Ed è lì, in quello sguardo incantato, che troviamo tutte le risorse necessarie per guarire.
I Greci dicevano che ogni dolore ci rende più consapevoli di noi stessi. A questo mi piace aggiungere: ogni incanto è un farmaco per l’anima.
Non serve risolvere subito i nostri problemi, ma lasciarli fluire e poi incantarci. Le antiche tradizioni lo sapevano bene: si incantavano osservando la natura, vedendo nelle piante maestre e amiche, negli animali simboli di forza e armonia.
Noi abbiamo perso questa capacità di incantarci. Siamo concentrati solo sugli oggetti, sulle cose esterne. Ma molti dei nostri disturbi derivano proprio da questa perdita.
La mente incantata è simile all’energia sognante della notte. I sogni non arrivano per parlarci del passato, né per portarci in luoghi lontani, ma per curarci. Alcuni ci aiutano a liberare le tossine della psiche, altri ci offrono indicazioni simboliche sul nostro cammino.
I sogni conoscono la parte più autentica di noi, quella profonda e irripetibile. Non vogliono parlare alla nostra facciata superficiale, simile a quella di chiunque altro. Vogliono condurci verso l’anima interiore.
Ogni incanto, proprio come ogni sogno, è una cura.