Dieci domande per scoprire se sai vivere in armonia con la tua interiorità o la stai forzando in modo innaturale
La tua fiducia nel progresso e nella scienza è molto alta: come ha sconfitto le malattie, oggi promette di mantenerci sempre al massimo dellefficienza e della salute. Sei fiducioso in tutti i moderni ritrovati che possono sradicare il dolore in tutte le sue forme e anche ai farmaci che prevengono linvecchiamento e potenziano le nostre risorse mentali. Secondo te il dolore non ha alcuna funzione se non quella di limitarci e di renderci inermi, la sofferenza è solo uno spreco di tempo.
Il rischio: Tratti te stesso come un campo coltivato a pesticidi: produce frutti apparentemente perfetti ma... privi di sapore. Questo terreno intossicato è lideale per far attecchire ansia e panico e il ricorso a sempre nuovi farmaci.
Che si tratti di un mal di denti o di tristezza, appena puoi cerchi subito un rimedio efficace ma soprattutto rapido. Ti senti una persona fragile, non sei capace di tollerare il dolore. Per questo tendi a vivere defilato evitando ogni rischio. A lungo andare però questo atteggiamento ti si ritorce contro: evitare il dolore vuol dire rinunciare alla vita, al cambiamento e a tutte le esperienze che fanno evolvere. Proprio la scarsa familiarità con il tuo corpo e le sue esigenze è allorigine della tua ipocondria, per questo qualunque dolorino ti fa subito temere il peggio.
La soluzione: Non tappare la bocca al corpo quando si fa sentire, impara ad ascoltarlo. Anestetizzare il dolore vuol dire paralizzare il cervello e diventare dipendente dai farmaci e dallappoggio altrui.
Sarebbe bello essere sempre agili, scattanti, di buonumore ma non è umano, le defaillance possono capitare e non sono solo un guasto del motore da aggiustare con le pillole. Ed è proprio questo il tuo atteggiamento. Qualsiasi malessere o limite richiama la tua attenzione e fa sì che tu ti prenda cura di te, nel modo più naturale possibile. Il migliore dei farmaci è la tua capacità di ascoltare il corpo e i suoi segnali, di accogliere il dolore e il disagio lasciando che lascino il loro prezioso tributo: piccoli e grandi cambiamenti che ti fanno vivere meglio.
Sei come un campo coltivato con metodi biologici: dà solo buoni frutti e non rischia di inaridirsi e farsi prendere dassedio da parassiti come lansia di prestazione e il perfezionismo.