È il lavoro che ti fa ingrassare?

Quante ore dedichi al lavoro ogni giorno? Basta rispondere a questa domanda per descrivere il tuo rapporto con questo aspetto della vita. L'investimento sul fronte professionale però non nasce solo dalla passione e dal senso del dovere, quanto piuttosto dall'uso improprio che fai del lavoro: un rifugio da tutto ciò che non ti piace o che non ti soddisfa nella tua vita, una fuga da difficoltà e problemi irrisolti. Il lavoro è dunque un alibi per il poco tempo che dedichi a te stesso. Così, nutrirti di piatti pronti o di pizze e panini è la normale conseguenza della vita stressante che conduci. La soluzione: devi ritrovare degli spazi extra lavorativi. Smetti di usare il lavoro come un banco di prova del tuo valore e inizia a ridurre il tempo di permanenza in ufficio, non metterti al computer la sera ma fai un bagno profumato o guarda un film: ritroverai degli spazi personali che ti faranno "dimenticare" la fame.

Lavoro e vita privata stanno per te in un rapporto armonioso e fluido. La tua professione valorizza le tue doti, segue le tue inclinazioni naturali, ma occupa uno spazio ben definito che non soffoca il resto della vita. La tua identità professionale non esaurisce tutto te stesso: ecco perché è fonte di soddisfazione e di crescita. La passione e l'entusiasmo mitigano anche la fatica e ti aiutano ad affrontare anche i momenti più difficili o frustranti. Del resto, anche se dovesse capitarti un lavoro che non rappresenta l'idea le sapresti affrontarlo con lo spirito giusto, come un'esperienza costruttiva. Spirito di adattamento, plasticità, curiosità, disponibilità a mettersi in gioco: ecco le "armi" che sfoderi nella vita e nel lavoro. Per questo il rischio di ingrassare è ben lontano da te e dopo una giornata d'ufficio rientri a casa soddisfatto e non "assalti" il frigo!

"Lo ha inventato il diavolo" e non poteva essere altrimenti! Con molta probabilità la tua professione non è frutto di una scelta e non esalta le tue capacità o il tuo talento e tu la percepisci semplicemente come un dovere scomodo. Date queste premesse, non sorprende che al mattino alzarsi dal letto non sia affatto facile e che alla sera rientri a casa piuttosto di malumore. L'insoddisfazione lavorativa favorisce il sovrappeso: la mancanza di passione si paga con la noia e la frustrazione, molle efficacissime per far scattare la fame. Non sempre si può cambiare lavoro, ma val la pena provarci, mettendo in campo tutte le nostre risorse. Per prima cosa, val la pena di cambiare atteggiamento verso il lavoro: se smettiamo di lamentarci, diventerà più leggero e la nostra autostima ne uscirà rafforzata.