Sulforafano: scopri cos’è, benefici, dove si trova, controindicazioni, i suoi impieghi come integratore e le sue proprietà che migliorano la salute dei capelli
Il sulforafano, un composto naturale presente soprattutto nei cavoli ma non solo, è noto per le sue straordinarie proprietà benefiche. Con azione antiossidante, antinfiammatoria e protettiva, questo principio attivo si rivela un valido alleato per la salute. Scopri in questo articolo cos’è, dove trovarlo, i suoi benefici e come integrarlo nella tua alimentazione.
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Il sulforafano è un composto naturale appartenente alla famiglia degli isotiocianati, noto per le sue numerose proprietà salutari. Questo principio attivo si forma nelle crucifere, o brassicacee, come broccoli, cavolfiori e cavoli, quando l’enzima mirosinasi (che è presente in questi vegetali, ma che può essere prodotto anche dai batteri intestinali) entra in contatto con la glucorafanina, una sostanza “precursore” (ovvero che, tramite una reazione chimica, può trasformarsi in un'altra) anch’essa contenuta in questi alimenti. Per via della sua azione antiossidante e antinfiammatoria, il sulforafano è oggetto di numerosi studi scientifici.
Il sulforafano, grazie alle sue proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e depurative, svolge un ruolo chiave nella protezione cellulare e nel supporto del sistema immunitario. Scopriamo come questo fitonutriente può contribuire al benessere generale, dalla prevenzione dell’invecchiamento cellulare al miglioramento della salute dei capelli e delle funzioni cognitive.
Il sulforafano è un potente fitonutriente che, come detto, si trova principalmente nelle verdure della famiglia delle crucifere, un gruppo di ortaggi noto per le sue straordinarie proprietà benefiche. Tra le fonti più ricche, spiccano i broccoli, soprattutto i germogli, che possono contenere fino a 100 volte più sulforafano rispetto ai broccoli maturi. Anche il cavolfiore, i cavoletti di Bruxelles, il cavolo riccio e la rucola sono ottime fonti di questo composto. Oltre a questi, ricordiamo anche la senape e le rape, che ne contengono buone quantità.
Per ottenere il massimo beneficio dal sulforafano, è consigliabile consumare queste verdure crude o poco cotte. Infatti, la cottura prolungata, in particolare a temperature elevate, può ridurre la quantità di sulforafano disponibile, poiché questo composto è sensibile al calore. Un'ottima opzione per preservarne le proprietà è cucinare le verdure al vapore o mangiarle fresche, in insalata o come spuntino.
Inserire quotidianamente queste verdure nella dieta può quindi contribuire a sfruttare le numerose proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e di supporto al metabolismo che il sulforafano offre, apportando benefici concreti alla salute.
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Il sulforafano è presente nelle piante sotto forma di un precursore inattivo, chiamato glucorafanina. Per attivarlo e permettere al corpo di sfruttarne i benefici, è necessario attivare un enzima, la mirosinasi, che si trova principalmente nelle cellule vegetali. Il processo di attivazione avviene quando le cellule delle verdure vengono, per esempio, tagliate o masticate.
Tagliando o spezzettando verdure come i broccoli, i cavoli o i cavoletti di Bruxelles, le loro pareti cellulari vengono rotte, permettendo alla mirosinasi di entrare in contatto con la glucorafanina, trasformandola in sulforafano. È quindi fondamentale non solo mangiare queste verdure, ma anche masticarle bene per garantire che il processo di attivazione avvenga correttamente.
Per ottenere il massimo beneficio, alcuni studi suggeriscono di lasciare riposare le verdure tritate o affettate per almeno 30 minuti prima di cucinarle, per consentire una maggiore attivazione del sulforafano. Inoltre, è importante evitare la cottura ad alte temperature, che potrebbe inibire l'enzima mirosinasi e ridurre la disponibilità di sulforafano.
Utilizzare questi piccoli accorgimenti nella preparazione delle verdure crucifere ti permetterà di attivare al meglio il sulforafano e sfruttarne tutte le proprietà benefiche per la salute.
Poiché non sempre è possibile ottenere la quantità desiderata di sulforafano attraverso la dieta, l'integrazione può essere un'opzione valida per chi vuole sfruttarne al massimo i benefici. I prodotti a base di sulforafano sono disponibili in varie forme, come capsule, compresse, polveri o estratti concentrati. Questi integratori sono solitamente ricavati dai germogli di broccoli o da altri alimenti ricchi di glucorafanina, che vengono lavorati per ottenere una concentrazione ottimale di sulforafano attivo.
Le dosi di sulforafano possono variare in base al prodotto e alle raccomandazioni individuali, ma non esistono ancora linee guida universali precise. Molti studi clinici sui benefici del sulforafano suggeriscono dosi che vanno da 30 mg a 200 mg al giorno, con una dose comune di 50-100 mg al giorno per ottenere effetti positivi. Tuttavia, dato che il sulforafano non è una sostanza essenziale per l'organismo (come le vitamine o i minerali), non c’è un fabbisogno giornaliero definito. Dosi elevate, superiori ai 200 mg, potrebbero non essere necessarie e dovrebbero sempre essere assunte sotto la supervisione medica
Il sulforafano può essere assunto sia a stomaco vuoto che pieno, ma alcuni studi suggeriscono che prenderlo dopo i pasti possa migliorarne l'assorbimento, soprattutto quando viene combinato con i grassi sani (per esempio, quelli di olio extravergine d'oliva e avocado). Gli integratori a base di sulforafano, infatti, vengono assimilati meglio in presenza di lipidi, che favoriscono la solubilità di alcuni composti attivi.
Come sempre, è fondamentale consultare il proprio medico prima di iniziare un’integrazione, soprattutto in caso di patologie pregresse o assunzione di farmaci, per evitare interazioni indesiderate o effetti collaterali.
Nonostante i numerosi benefici, il sulforafano potrebbe non essere adatto a tutti. Le possibili controindicazioni includono le seguenti problematiche.