Belladonna in omeopatia: scopri cos’è e a cosa serve, le proprietà, i principi attivi, i modi d’uso e le controindicazioni di questa efficace pianta antinfiammatoria
La belladonna (Atropa Belladonna) è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Solanacee. Conosciuta da secoli, in omeopatia è un rimedio antinfiammatorio sicuro, per via delle diluizioni dei suoi principi attivi, utilizzato per trattare disturbi come infezioni respiratorie, dolori addominali, febbre e allergie. Questo articolo esplorerà le caratteristiche della pianta, i suoi principi attivi, gli usi terapeutici principali e le raccomandazioni per un impiego sicuro, con particolare attenzione al dosaggio e alle eventuali controindicazioni.
Indice dell'articolo
La belladonna cresce spontaneamente nelle radure e nei boschi delle regioni appenniniche e alpine. La pianta appartiene alla famiglia delle Solanacee e si riconosce per i suoi fiori violacei e le bacche scure. Il nome botanico della belladonna, Atropa, deriva dal nome di Atropo, la terza delle Parche, affascinanti figure della mitologia greca. Atropo decideva la durata della vita di ogni uomo, recingendone il filo sul suo telaio.
Mentre il termine comune “belladonna” ha un'origine storica affascinante: proviene dal gergo popolare veneziano del Cinquecento, dove veniva utilizzato per riferirsi all'uso del succo delle sue bacche come cosmetico per gli occhi, che donava uno sguardo profondo e languido.
Sebbene la belladonna sia conosciuta nella medicina tradizionale per le sue potenti proprietà curative, è altrettanto famosa per la sua tossicità. Questo duplice aspetto è stato oggetto di studio fin dal XVIII secolo, quando i farmacologi iniziarono a investigare gli avvelenamenti causati dall'ingestione delle bacche. Questi effetti possono però essere evitati utilizzando i rimedi fitoterapici privati di tossicità, oppure il rimedio omeopatico che, grazie alla sua preparazione in dosi estremamente diluite, può essere usato per trattare numerosi disturbi, da infiammazioni acute a problemi respiratori, senza gli effetti tossici che caratterizzano l’uso fitoterapico della pianta al naturale.
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In omeopatia, la belladonna è impiegata per le sue molteplici proprietà terapeutiche. Grazie alla sua formulazione altamente diluita, è utilizzata per trattare una serie di disturbi, agendo in modo delicato sull'organismo, ma con un'efficacia sorprendente. Le principali proprietà del rimedio omeopatico includono l’azione antinfiammatoria, sedativa e broncodilatatrice, ed è anche conosciuta per la sua capacità di stimolare il battito cardiaco. Approfondiamo dunque i principali usi terapeutici di questo rimedio naturale.
La belladonna è utile per alleviare l'infiammazione in vari disturbi. Ecco i principali.
La belladonna viene utilizzata come rimedio sedativo in omeopatia per trattare condizioni legate a tensioni e spasmi. È utile nei seguenti casi.
La belladonna è impiegata anche in omeopatia per le sue proprietà broncodilatatrici. Viene utilizzata nei seguenti casi.
Uno degli usi principali della belladonna in omeopatia è come rimedio per la febbre. È particolarmente indicata in caso di febbre acuta con sintomi distintivi. Eccoli.
In omeopatia, la belladonna viene utilizzata in modo sicuro grazie alla diluizione dei suoi principi attivi, che riducono i rischi legati alla tossicità della pianta. Il dosaggio raccomandato per il rimedio omeopatico di belladonna è generalmente di 3 granuli o 5 gocce, da assumere da 3 a 6 volte al giorno, in base alle indicazioni del medico omeopata.