Trigliceridi: cosa sono, a cosa servono e valori di riferimento
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Trigliceridi: cosa sono, a cosa servono e valori di riferimento

Guida completa ai trigliceridi: scopri cosa sono, a cosa servono, la differenza con il colesterolo e quali sono i valori normali, alti e bassi

I trigliceridi sono un tipo di grasso presente nel sangue. Quando mangiamo, il corpo converte le calorie in eccesso, soprattutto quelle provenienti da grassi e zuccheri, in trigliceridi, che vengono poi immagazzinati nelle cellule adipose. Se mangiamo più calorie di quante il corpo ne brucia, i livelli di trigliceridi possono aumentare.

Immagazzinarli permette al corpo di utilizzare i trigliceridi come fonte di energia tra un pasto e l'altro. È importante però sapere che, sebbene siano necessari per il corretto funzionamento del corpo, avere livelli troppo alti di trigliceridi può essere dannoso, perché in tali casi il rischio di malattie cardiache e altri problemi di salute aumenta.
 

Indice dell'articolo

Trigliceridi: valori normali e alterati per le persone adulte, i bambini e gli adolescenti

I livelli di trigliceridi nel sangue vengono misurati tramite un esame del sangue chiamato “profilo lipidico”. I valori dei trigliceridi sono espressi in milligrammi per decilitro (mg/dL) o in millimoli per litro (mmol/L).

  • Valori normali: inferiori a 150 mg/dL (1,7 mmol/L). Questi livelli sono associati a un rischio minore di malattie cardiache e altri problemi di salute. 
  • Valori borderline-alti: 150-199 mg/dL (1,7-2,2 mmol/L). Questo significa che i trigliceridi sono leggermente elevati, il che può aumentare nel tempo il rischio di malattie cardiovascolari.
  • Valori alti: 200-499 mg/dL (2,3-5,6 mmol/L): avere i trigliceridi alti può aumentare significativamente il rischio di malattie cardiache e pancreatite (infiammazione del pancreas).
  • Valori molto alti: 500 mg/dL e oltre (5,7 mmol/L e oltre). Questi livelli sono associati a un rischio molto elevato di sviluppare pancreatite e altre gravi condizioni di salute, come le malattie cardiovascolari.
  • Valori normali per altre fasce d’età: in particolare nei bambini e nei ragazzi, i valori di riferimento sono i seguenti:
    • da 0 a 9 anni, valori inferiori ai 75 mg/dL sono considerati accettabili;
    • tra i 10 e i 19, sono considerati accettabili valori inferiori ai 90 mg/dL.

Che differenza c’è tra trigliceridi e colesterolo?

Sia i trigliceridi che il colesterolo sono tipi di grassi presenti nel sangue, ma hanno funzioni diverse nel corpo.

  • Trigliceridi: come accennato in precedenza, i trigliceridi sono il tipo di grasso più comune nel corpo e vengono utilizzati principalmente come fonte di energia. 
  • Colesterolo: è una sostanza grassa che il corpo utilizza per costruire le cellule e produrre alcune vitamine e ormoni. Il colesterolo viene trasportato nel sangue da due tipi principali di lipoproteine: le LDL (lipoproteine a bassa densità) e le HDL (lipoproteine ad alta densità). Le LDL sono spesso chiamate "colesterolo cattivo" perché possono accumularsi nelle arterie e formare placche, aumentando il rischio di malattie cardiache. Le HDL, invece, sono conosciute come "colesterolo buono" perché aiutano a rimuovere il colesterolo dalle arterie.

In sintesi, mentre i trigliceridi forniscono energia al corpo, il colesterolo viene utilizzato per la costruzione e la manutenzione delle cellule e per la produzione di ormoni. Entrambi sono necessari per la salute, ma i livelli elevati di entrambi possono portare a problemi di salute, soprattutto malattie cardiache.

Perché i trigliceridi aumentano?

I trigliceridi possono aumentare nel sangue per diversi motivi (la maggior parte dei quali è legata allo stile di vita e alle abitudini alimentari) e aumentare così il rischio di malattie cardiocircolatorie. Ecco alcune delle cause principali.

  • Dieta ricca di calorie: consumare più calorie di quante il corpo possa bruciare può portare a un aumento dei trigliceridi. Questo è particolarmente vero per le calorie provenienti da zuccheri semplici (come dolci, bibite zuccherate e succhi di frutta) e grassi saturi (presenti in cibi fritti, carni grasse e prodotti lattiero-caseari interi).
  • Consumo eccessivo di alcol: l’alcol è ricco di calorie e zuccheri e il corpo lo converte rapidamente in trigliceridi. Pertanto un consumo eccessivo di alcol può aumentare significativamente i livelli di trigliceridi nel sangue.
  • Sedentarietà: la mancanza di attività fisica regolare può contribuire all'aumento dei trigliceridi. L'esercizio fisico aiuta il corpo a bruciare i trigliceridi e a mantenere un equilibrio sano dei grassi nel sangue.
  • Sovrappeso o obesità: l’eccesso di peso corporeo, soprattutto se concentrato intorno alla vita, è associato a livelli più elevati di trigliceridi. Questo perché le cellule adipose immagazzinano trigliceridi, e un eccesso di grasso corporeo può portare a un accumulo eccessivo di trigliceridi nel sangue.
  • Condizioni mediche: alcune problematiche di salute, come il diabete di tipo 2, la sindrome metabolica, l'ipotiroidismo e le malattie renali o epatiche, possono influenzare i livelli di trigliceridi. Queste condizioni spesso alterano infatti il modo in cui il corpo gestisce grassi e zuccheri.
  • Fattori genetici: in alcuni casi, certe persone possono avere una predisposizione genetica ad avere livelli elevati di trigliceridi, una condizione nota come ipertrigliceridemia familiare.
  • Assunzione di alcuni farmaci: certi farmaci, come corticosteroidi, beta-bloccanti, pillola anticoncezionale, estrogeni, alcuni diuretici (come il furosemide), alcuni agenti antifungini (come il miconazolo) e i farmaci utilizzati per trattare l'HIV, possono causare un aumento dei livelli di trigliceridi. 

Il ruolo del fruttosio nell'aumento dei trigliceridi

Il fruttosio è un tipo di zucchero semplice che si trova naturalmente nella frutta, nel miele e in alcune verdure. È anche comunemente usato come dolcificante negli alimenti di produzione industriale e nelle bevande, soprattutto sotto forma di sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio.

Sebbene il fruttosio sia spesso associato agli zuccheri naturali della frutta, il suo consumo in eccesso, specialmente da fonti come bevande e dolci a cui viene aggiunto, può avere effetti negativi sui livelli di trigliceridi nel sangue. Ecco perché.

  • Metabolismo del fruttosio nel fegato: a differenza del glucosio, un altro zucchero semplice che può essere utilizzato direttamente dalle cellule del corpo per produrre energia, il fruttosio viene metabolizzato quasi esclusivamente nel fegato. Quando consumiamo grandi quantità di fruttosio, il fegato lo trasforma rapidamente in grasso, in particolare in trigliceridi. Questo processo è noto in medicina come De Novo Lipogenesi (DNL), che significa la creazione di nuovo grasso.
  • Accumulo di grassi nel fegato: quando il fegato produce più trigliceridi del necessario, questi possono accumularsi nelle cellule epatiche, contribuendo alla steatosi epatica non alcolica (fegato grasso). Inoltre, i trigliceridi in eccesso vengono rilasciati nel sangue, aumentando i livelli di trigliceridi circolanti.
  • Effetto sulle lipoproteine: il fruttosio può alterare la produzione e il metabolismo delle lipoproteine, particelle che trasportano grassi, come trigliceridi e colesterolo, nel sangue. Consumare troppo fruttosio può aumentare i livelli delle VLDL (lipoproteine a bassissima densità), che sono ricche di trigliceridi e considerate un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari.
  • Promozione della resistenza all'insulina: l'assunzione elevata di fruttosio è stata associata anche a un aumento della resistenza all'insulina, una condizione in cui le cellule del corpo non rispondono correttamente all'insulina. La resistenza all'insulina può contribuire ad alzare i livelli degli zuccheri e dei trigliceridi nel sangue, poiché il corpo cerca di compensare producendo più insulina e immagazzinando più zuccheri come grassi.
  • Influenza sulla sazietà: il fruttosio può anche influenzare gli ormoni che regolano l'appetito, come la leptina e la grelina. Ora, quando consumiamo glucosio (un altro tipo di zucchero), esso stimola la produzione di insulina, un ormone che, tra le altre cose, aiuta a regolare il livello di glucosio nel sangue. L'insulina, a sua volta, riduce i livelli di grelina e aumenta i livelli di leptina, contribuendo così a farci sentire sazi e meno affamati. Il fruttosio, invece, ha un effetto diverso: non stimola l'insulina nello stesso modo in cui lo fa il glucosio. Poiché la risposta insulinica è più debole, il fruttosio non riduce i livelli di grelina (l'ormone della fame) quanto il glucosio. Questo significa che, dopo aver consumato fruttosio, la sensazione di fame può persistere più a lungo, portando potenzialmente a un maggiore consumo di cibo. Inoltre, il fruttosio non aumenta i livelli di leptina come il glucosio. Questo potrebbe significare che il fruttosio non invia un segnale forte al cervello per dire che siamo sazi, il che può portare a mangiare di più e accumulare calorie in eccesso.

Nota: la frutta in questi casi non è controindicata, basta non superare i 300-350g al giorno.

Collegamento tra grasso addominale e trigliceridi

Il grasso addominale, noto anche come grasso viscerale, è il grasso che si accumula intorno agli organi interni nell'addome. Questo tipo di grasso è particolarmente dannoso per la salute e ha un forte legame con i livelli elevati di trigliceridi nel sangue. Ecco quali sono i fattori che collegano il grasso addominale e i trigliceridi.

  • Aumento della resistenza all'insulina: il grasso addominale è metabolicamente attivo e può influenzare il modo in cui il corpo utilizza l'insulina, un ormone che regola i livelli di zucchero nel sangue. Un eccesso di grasso viscerale può infatti portare a una condizione chiamata insulino-resistenza, in cui le cellule del corpo non rispondono adeguatamente all'insulina, ovvero l’ormone che riduce gli zuccheri nel sangue se sono in eccesso. Ciò può causare un aumento nel sangue dei livelli della glicemia, che il corpo cerca di convertire in trigliceridi per immagazzinarla come grasso. Tutto ciò fa salire i livelli dei trigliceridi.
  • Produzione di trigliceridi da parte del fegato: il grasso addominale è associato a un maggiore rilascio di acidi grassi liberi nel sangue, che vengono trasportati al fegato. Il fegato utilizza questi acidi grassi per produrre trigliceridi. Più grasso viscerale si ha, maggiore è il rilascio di acidi grassi liberi e, di conseguenza, maggiore è la produzione di trigliceridi da parte del fegato.
  • Infiammazione: il grasso addominale è anche associato a livelli più elevati di infiammazione nel corpo. Questa infiammazione cronica può alterare il metabolismo dei lipidi e portare a un aumento dei trigliceridi e anche del colesterolo.
  • Sindrome metabolica: il grasso addominale è uno dei principali indicatori della sindrome metabolica, una condizione che include una combinazione di fattori di rischio come l'ipertensione, l'alto livello di zuccheri nel sangue, i livelli anormali di colesterolo e, appunto, i livelli elevati di trigliceridi. La presenza di grasso addominale è spesso un segnale che il corpo sta accumulando grassi in eccesso, aumentando il rischio di malattie cardiovascolari e diabete di tipo 2.

Trigliceridi alti: i sintomi

Generalmente, i trigliceridi alti, una condizione nota come ipertrigliceridemia, non causano sintomi evidenti nelle fasi iniziali. Molte persone possono avere livelli elevati di trigliceridi per anni senza accorgersene, poiché questa condizione è spesso rilevata solo attraverso esami del sangue di routine. Tuttavia, quando i trigliceridi sono estremamente elevati, generalmente oltre i 500 mg/dL (milligrammi per decilitro), possono iniziare a comparire alcuni sintomi, eccoli di seguito.

  • Xantomi: depositi di grasso giallastri che si formano sotto la pelle, spesso visibili come piccoli noduli o placche. Possono apparire su gomiti, ginocchia, mani, piedi e glutei.
  • Xantelasmi: depositi di grasso giallastri sulle palpebre.
  • Dolore o fastidio addominale: in particolare nella parte superiore dell'addome, che può essere un segno di pancreatite (infiammazione del pancreas). La pancreatite è una complicanza seria associata a livelli estremamente elevati di trigliceridi, solitamente oltre i 1000 mg/dL.
  • Epatosplenomegalia: è un ingrossamento del fegato (epatomegalia) o della milza (splenomegalia), che può verificarsi in alcuni casi di ipertrigliceridemia grave.
  • Sintomi sistemici: nausea, vomito, febbre e tachicardia (battito cardiaco accelerato) possono comparire in caso di pancreatite acuta, che richiede attenzione medica immediata.

Come abbassare i trigliceridi alti

Se sono alti, i livelli di trigliceridi nel sangue possono abbassarsi grazie a cambiamenti nello stile di vita, miglioramenti della dieta o trattamenti medici. Vediamo di capire meglio come agiscono.

  • Dieta sana e bilanciata: ridurre l'assunzione di zuccheri semplici (come quelli presenti nei dolci, nelle bibite zuccherate e nei prodotti da forno), di cereali e derivati come pane e pasta raffinati e di grassi saturi e trans (presenti in alimenti fritti, snack confezionati e alcuni tipi di carne) può aiutare a diminuire i trigliceridi. L’alimentazione quotidiana dovrebbe fornire fibre, proteine magre, frutta, verdura e grassi sani in modo da contribuire a mantenere i trigliceridi a livelli normali. È importante quindi preferire i grassi insaturi (come quelli presenti in olio d'oliva, avocado, noci e semi) e includere nella dieta gli Omega 3 (che si trovano nel pesce grasso come il salmone, lo sgombro e le sardine, in semi di chia e di lino e noci), che sono noti per ridurre i livelli dei trigliceridi. 
  • Perdita di peso e soprattutto di grasso addominale: quando si perde peso, il corpo utilizza i trigliceridi immagazzinati nelle cellule adipose per produrre energia, riducendo così la quantità di quelli nel sangue. Anche una perdita di peso moderata (5-10% del peso corporeo) può contribuire a ridurre significativamente i livelli dei trigliceridi.
  • Aumento dell'attività fisica: l’attività fisica aumenta la capacità del corpo di bruciare grassi per ottenere energia e riduce i livelli dei trigliceridi presenti nel sangue. Anche una moderata attività aerobica, come camminare, nuotare o andare in bicicletta, può avere un effetto positivo sui livelli di trigliceridi.
  • Riduzione del consumo di alcol: ridurlo o eliminarlo consente di diminuire i livelli di trigliceridi, specialmente in chi ha già livelli elevati.
  • Controllo del diabete e della glicemia: l’adozione di un piano alimentare adeguato, l'assunzione dei farmaci prescritti e il monitoraggio della glicemia possono aiutare a mantenere i trigliceridi ai giusti livelli. 
  • Se lo si fa, è bene smettere di fumare: il fumo può aumentare i livelli di trigliceridi e altri fattori di rischio cardiovascolare, quindi smettere può avere benefici significativi.

I rimedi naturali che abbassano i trigliceridi

Fieno Greco (Trigonella foenum-graecum)

  • Proprietà: i semi contengono saponine e fibre solubili che possono aiutare a ridurre l'assorbimento di grassi e zuccheri, contribuendo così a diminuire i livelli di trigliceridi.
  • Come utilizzarlo: i semi possono essere aggiunti ai pasti, presi in forma di polvere o in capsule o compresse seguendo le indicazioni sulla confezione. Se lo si prende in estratto fluido non alcolico (leggere gli ingredienti ed evitare i prodotti a base di fruttosio), 25 gocce per 3 volte al giorno in poca acqua 15 minuti prima dei pasti. 

Cannella (Cinnamomum verum)

  • Proprietà: la cannella aiuta a regolare i livelli di zucchero nel sangue e a ridurre i trigliceridi grazie ai suoi composti bioattivi.
  • Come utilizzarla: può essere aggiunta a cibi e bevande o assunta come infuso (una presa di cannella spezzettata in acqua bollente per 7-8 minuti). 

Cardo mariano (Silybum marianum)

  • Proprietà: il cardo mariano è noto per le sue proprietà epatoprotettive e, inoltre, può aiutare a migliorare il metabolismo dei grassi e ridurre i trigliceridi.
  • Come utilizzarlo: se lo si prende in estratto fluido non alcolico (leggere gli ingredienti ed evitare i prodotti a base di fruttosio), 25-30 gocce per 3 volte al giorno in poca acqua 15 minuti prima dei pasti. 

Curcuma (Curcuma longa)

  • Proprietà: la curcumina, il principale principio attivo della curcuma, ha proprietà antinfiammatorie e può aiutare a ridurre i trigliceridi e a migliorare la salute cardiovascolare.
  • Come utilizzarla: può essere adoperata in cucina come spezia, o presa come integratore, in genere 2 capsule o compresse al giorno da 400-500 mg di estratto titolato al 95% in curcumina.

Ginseng (Panax ginseng)

  • Proprietà: contribuisce alla riduzione dei trigliceridi e a migliorare il metabolismo generale grazie ai suoi effetti antiossidanti e adattogeni.
  • Come utilizzarlo: in capsule o compresse seguendo le indicazioni sulla confezione, oppure in estratto fluido non alcolico (leggere gli ingredienti ed evitare i prodotti a base di fruttosio), 25 gocce per 3 volte al giorno in poca acqua 15 minuti prima dei pasti.

Guggul (Commiphora mukul)

  • Proprietà: è un'antica erba ayurvedica che può aiutare a ridurre i trigliceridi e il colesterolo grazie ai suoi guggulsteroni.
  • Come utilizzarlo: in capsule o compresse, seguendo le indicazioni sulla confezione.

Basilico sacro (Ocimum sanctum)

  • Proprietà: conosciuto anche come tulsi, il basilico sacro ha proprietà antiossidanti e può aiutare a ridurre i livelli di trigliceridi e colesterolo.
  • Come utilizzarlo: può essere consumato come infuso (una bustina per 120 ml di acqua in infusione per 5 minuti) o in capsule o compresse, seguendo le indicazioni sulla confezione.

Gli integratori naturali che riducono i trigliceridi

  • Olio di pesce: è un’ottima fonte di Omega 3 che, come già accennato, sono acidi grassi essenziali utili per ridurre i trigliceridi. In genere se ne prendono 2-4 perle al giorno.
  • Niacina (vitamina B3): può ridurre i trigliceridi, ma va utilizzata informando prima il medico. In genere se ne prendono 100 mg al giorno.
  • Estratto di aglio: alcuni studi suggeriscono che l'aglio possa aiutare a ridurre i trigliceridi e migliorare la salute del cuore. Scegliere un prodotto deodorizzato, prendendone 1-2 capsule al giorno. 
  • Polifenoli del tè verde: aiutano a ridurre i trigliceridi e a migliorare il metabolismo dei grassi. Se ne prendono 500-1000 mg al giorno.

Trigliceridi bassi: le cause

Mentre la maggior parte delle persone si preoccupa di avere i trigliceridi troppo alti, anche avere livelli di trigliceridi troppo bassi può indicare un problema di salute. Ecco alcune delle cause più comuni di trigliceridi troppo bassi.

  • Malnutrizione o dieta inadeguata: è una delle cause più frequenti di trigliceridi bassi. In questi casi, il corpo non riceve abbastanza nutrienti per produrre una quantità normale di trigliceridi. Ciò può accadere in persone con disturbi alimentari, in chi segue diete estremamente restrittive o in chi non ha accesso a una quantità sufficiente di cibo.
  • Iperattività della tiroide (ipertiroidismo): l’ipertiroidismo è una condizione in cui la ghiandola tiroidea produce un'eccessiva quantità di ormoni tiroidei, accelerando il metabolismo del corpo. Questa iperattività può aumentare la velocità con cui i trigliceridi vengono bruciati per l'energia, portando a livelli più bassi nel sangue.
  • Assunzione di alcuni farmaci: per esempio, le statine, utilizzate per abbassare il colesterolo, possono anche ridurre i trigliceridi. Altri farmaci, come quelli usati per il trattamento dell'ipertiroidismo o alcuni diuretici, possono avere un effetto simile.
  • Sindrome da malassorbimento: condizioni che influenzano l'assorbimento dei nutrienti dall'intestino, come la celiachia, la malattia di Crohn o la fibrosi cistica, possono portare a trigliceridi bassi. Questo perché se il corpo non è in grado di assorbire correttamente i grassi e gli altri nutrienti, i livelli di trigliceridi nel sangue possono diminuire.
  • Infezioni o malattie croniche: alcune infezioni o malattie croniche, come l'HIV o la tubercolosi, possono aumentare il metabolismo del corpo o causare una perdita di appetito e peso, riducendo l'apporto di nutrienti necessari per mantenere i trigliceridi a livelli normali.
  • Malattie epatiche severe: possono compromettere la capacità del fegato di produrre e metabolizzare correttamente i trigliceridi (come la cirrosi o l'epatite), portando a livelli più bassi nel sangue.
  • Disturbi metabolici e genetici: possono impedire al corpo di assorbire correttamente i grassi, portando a livelli molto bassi di trigliceridi.
  • Eccessiva attività fisica o stress fisico: un’attività fisica estrema o uno stress fisico significativo, come quello causato da malattie gravi o traumi, può aumentare il metabolismo dei grassi nel corpo, riducendo i trigliceridi nel sangue.

Quando i valori dei trigliceridi sono preoccupanti?

Mentre livelli leggermente bassi di trigliceridi non sono necessariamente motivo di preoccupazione (anche se è importante monitorare la situazione), i livelli di trigliceridi troppo bassi possono indicare che il corpo non sta ricevendo o utilizzando correttamente i nutrienti. Se si sospetta un problema, è fondamentale consultare un medico per una valutazione e un piano di trattamento adeguato.

Trigliceridi bassi: come fare a tavola

Il trattamento naturale dei livelli bassi di trigliceridi richiede soprattutto un’alimentazione sana, equilibrata e con le sostanze giuste. 

  • Aumentare l'assunzione di grassi sani: come l’olio di cocco, ricco di grassi saturi a catena media, che possono aumentare leggermente i livelli di trigliceridi. Usare poi olio di oliva e avocado, perché fonti di grassi monoinsaturi che possono migliorare i livelli di grassi nel sangue in generale.
  • Mangiare carboidrati complessi: sono utili per avere l'energia necessaria e promuovere una produzione regolare dei trigliceridi. Li trovi in cereali integrali, riso, patate dolci e legumi. 
  • Consumare frutta secca e semi: mandorle, noci, semi di chia e semi di lino sono ricchi di grassi e possono contribuire a migliorare i livelli di trigliceridi. Fino a 30 g al giorno.
  • Ridurre l'eccessivo uso di alcol: il consumo moderato di alcol può aumentare i trigliceridi e per questo è importante non eccedere, poiché un consumo eccessivo può causare una serie di altri problemi di salute.
  • Bilanciamento della dieta: in generale, mantenere una dieta equilibrata e nutriente può aiutare a mantenere i livelli di trigliceridi nella norma. È importante quindi includere tutti i gruppi alimentari ed evitare di saltare i pasti o di seguire diete troppo restrittive.

Fiorella Coccolo
Esperta di erbe officinali e alimentazione. È direttore responsabile di Curarsi Mangiando, Le Ricette PerdiPeso e Le Ricette della Salute delle Edizioni Riza

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