Che cos’è la stipsi: cause, sintomi e rimedi
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Che cos’è la stipsi: cause, sintomi e rimedi

Scopri tutto sulla stipsi: cos’è, i vari tipi, i sintomi, le cause, la dieta, i rimedi naturali e le strategie per risolvere rapidamente il problema

Secondo gli ultimi dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la stipsi colpisce oltre il 50% delle donne e più del 35% degli uomini in Occidente. Questo problema comporta una spesa annuale per i lassativi che supera i 25.000 miliardi. Nei paesi tecnologicamente avanzati, il disturbo riguarda il 20% della popolazione di età compresa tra i 20 e i 40 anni, raddoppia tra i 40 e i 60 anni e triplica nelle età superiori. Ma di che cosa si tratta?
 

Indice dell'articolo

Che cos’è la stipsi

La stipsi (termine medico) o stitichezza (utilizzato più spesso nel linguaggio comune) o costipazione (termine usato anch’esso in contesti medici e quotidiani) viene definita come una difficoltà nell’evacuazione oppure una defecazione irregolare e poco frequente. In condizioni normali, il numero di evacuazioni può variare da persona a persona: alcune evacuano una o due volte al giorno, altre ogni due o tre giorni, e purché mantengano una certa regolarità non si tratta di stipsi.

Quando questa regolarità viene meno, invece, si può parlare di stitichezza. Se dura meno di tre settimane, si parla di stitichezza acuta; se invece persiste per più di un mese, diventa cronica. Ma vediamo di conoscere meglio i vari tipi di stipsi.

Conoscere i vari tipi di stipsi

Esistono diversi tipi di stipsi, classificati principalmente in base alla causa sottostante o alla durata dei sintomi. Ecco i principali.

  • Stipsi funzionale (o idiopatica) cronica: questo è il tipo più comune e non è causato da una malattia sottostante identificabile. 
  • Stipsi organica: è provocata da un problema fisico o strutturale dell’apparato gastrointestinale. Si tratta di alterazioni anatomiche o patologie specifiche, che influenzano direttamente la funzione dell’intestino o del colon. Queste alterazioni possono essere identificabili attraverso gli esami diagnostici e sono dovute a condizioni come ostruzioni intestinali; malattie infiammatorie intestinali (morbo di Crohn o colite ulcerosa), che alterano la normale funzione intestinale; anomalie congenite o anatomiche; disturbi neurologici come lesioni del midollo spinale o malattie come il morbo di Parkinson, che possono compromettere la peristalsi intestinale (i movimenti muscolari che spingono le feci attraverso il colon).
  • Stipsi secondaria: non è causata da un’anomalia strutturale dell’intestino ma è il risultato di un altro fattore esterno o di una condizione medica sottostante, che influenza indirettamente la funzione intestinale. Le cause della stitichezza secondaria includono l’assunzione di farmaci come antidolorifici, oppioidi, antidepressivi, antistaminici e diuretici, che possono causare stitichezza come effetto collaterale. Anche disturbi metabolici o endocrini come l’ipotiroidismo, il diabete, l’ipercalcemia e l’insufficienza renale possono alterare il normale funzionamento dell’intestino.
  • Stipsi da disfunzione del pavimento pelvico (o stipsi da evacuazione ostruita): questo tipo di stitichezza si verifica quando ci sono problemi con i muscoli del pavimento pelvico, che sono responsabili dell’evacuazione. Può includere difficoltà a rilassare i muscoli dell’ano o a coordinare i movimenti muscolari necessari per evacuare. È spesso causata da danni muscolari o nervosi, magari conseguenti a un parto complicato, chirurgia pelvica o altri traumi.
  • Stipsi acuta: si manifesta improvvisamente e dura per un breve periodo. Può essere causata da un cambiamento improvviso nella dieta, dallo stress, da una malattia acuta o da una condizione medica temporanea. Se la stipsi acuta persiste o è accompagnata da sintomi gravi come dolore addominale intenso, sangue nelle feci o perdita di peso inspiegabile, è importante consultare un medico.
  • Stipsi in viaggio: è un fenomeno comune e può colpire molte persone, anche quelle che normalmente non hanno problemi di regolarità intestinale. Questa forma di stipsi, spesso definita come "stipsi da viaggio", è generalmente temporanea e può essere causata da una serie di fattori associati ai cambiamenti di routine, alimentazione e ambiente che si verificano durante i viaggi. Anche lo stress e l’ansia legati al viaggio, specialmente in un ambiente sconosciuto o durante lunghi voli o viaggi in auto, possono influenzare negativamente la motilità intestinale. Alcune persone possono inoltre sentirsi a disagio nell’usare bagni pubblici o non familiari, trattenendo così l’evacuazione fino a quando non si sentono a loro agio, il che può contribuire alla stipsi. Infine, viaggiare attraverso diversi fusi orari può alterare il ritmo circadiano del corpo, inclusi i normali schemi del sonno e della digestione. Questo può influenzare la motilità intestinale e portare alla stipsi. In caso di stipsi persistente, si possono utilizzare lassativi naturali o integratori di fibre, ma è importante farlo con moderazione.
  • Stipsi in gravidanza: si stima che fino al 50% delle donne incinte possa soffrire di stipsi a un certo punto della gravidanza. Questo problema può essere causato da una serie di fattori legati sia ai cambiamenti fisiologici sia ormonali che avvengono nel corpo della donna in questo periodo. Una causa comune è l’assunzione di integratori di ferro, usati in gravidanza per prevenire o trattare l’anemia. Il ferro infatti può contribuire alla stipsi, poiché tende a rallentare la digestione e può rendere le feci più dure. Inoltre, durante la gravidanza alcune donne possono ridurre l’attività fisica a causa della fatica, dell’aumento di peso o di altri disagi fisici, oppure possono cambiare le loro abitudini alimentari, sia per colpa delle nausee che per la necessità di seguire diete specifiche, e questo può scatenare il problema. Si ricorda che la stipsi in gravidanza generalmente non è pericolosa per la madre o il feto se viene gestita correttamente. Tuttavia, se non trattata o trascurata, può causare alcuni disagi e complicazioni che, in alcuni casi, potrebbero richiedere l’attenzione medica (vedi “I trattamenti per la stipsi in gravidanza”).
  • Stipsi durante l’allattamento: è comune e di solito può essere gestita con modifiche nella dieta, idratazione adeguata e attività fisica regolare. Sebbene di solito non sia pericolosa, può però causare disagi significativi. Per trattarla vale quanto detto per la stipsi in gravidanza (vedi anche “I trattamenti per la stipsi in gravidanza”). Se i sintomi persistono o peggiorano, è importante consultare un medico per ottenere consigli e trattamenti appropriati. Prendersi cura della propria salute durante l’allattamento è essenziale non solo per il benessere della madre, ma anche per garantire un buon flusso di latte e una cura adeguata del neonato. 

Le cause principali della stipsi funzionale cronica

La stipsi funzionale cronica, la più comune, ha alla sua origine alcune cause che possono essere aggravanti anche per gli altri tipi di stipsi. Impariamo a conoscerle per evitarle.

  • Dieta povera di fibre: le fibre alimentari, che si trovano principalmente in frutta, verdura, cereali integrali e legumi, sono fondamentali per il corretto funzionamento dell’intestino. Le fibre aumentano il volume delle feci e stimolano la peristalsi, i movimenti naturali dell’intestino che spingono le feci verso l’esterno. Una dieta carente di fibre può rendere le feci dure e secche, rendendo difficile il loro passaggio attraverso il colon.
  • Scarsa idratazione: l’acqua è essenziale per ammorbidire le feci e facilitare il loro transito nell’intestino. Una scarsa assunzione di liquidi può portare alla formazione di feci più dure e secche, contribuendo alla stipsi. Un’idratazione adeguata è particolarmente importante quando si segue una dieta ricca di fibre, poiché le fibre assorbono acqua per svolgere il loro ruolo di facilitatrici del transito intestinale.
  • Sedentarietà: la mancanza di attività fisica è un altro fattore importante che può contribuire alla stipsi funzionale. L’esercizio fisico stimola la motilità intestinale, aiutando il cibo e le feci a muoversi più rapidamente attraverso l’apparato digerente. Uno stile di vita sedentario rallenta questi movimenti intestinali, aumentando il rischio di stipsi. Inoltre, un’attività fisica regolare rafforza i muscoli addominali, che sono fondamentali per l’evacuazione.
  • Cattive abitudini legate all’evacuazione: queste svolgono un ruolo cruciale nella stipsi funzionale. Per esempio, ignorare il bisogno di evacuare o rimandare può portare a una diminuzione della sensibilità del retto agli stimoli di riempimento e può indebolire i segnali che indicano al cervello che è il momento di recarsi in bagno. Ciò può causare nel colon un accumulo di feci, che diventa più difficile da espellere man mano che diventa più secco e duro. Ecco perché è bene abituarsi a evacuare a ore fisse.
  • Disbiosi intestinale: è una condizione in cui si verifica un’alterazione dell’equilibrio naturale della flora batterica intestinale, cioè dei microrganismi che abitano il nostro intestino. Questa flora batterica, anche nota come microbiota intestinale, è composta da trilioni di batteri, virus, funghi e altri microrganismi che vivono in simbiosi con l’organismo umano e svolgono un ruolo fondamentale nel mantenimento della salute intestinale e generale. La disbiosi può essere causata da diversi fattori che alterano l’equilibrio del microbiota intestinale, come una dieta povera di fibre e ricca di zuccheri e grassi saturi, che può favorire la crescita di batteri patogeni o meno benefici, riducendo la diversità della microflora. Anche l’uso prolungato di antibiotici, lo stress, alcune malattie, come le malattie infiammatorie intestinali (ad esempio, il morbo di Crohn e la colite ulcerosa), la sindrome dell’intestino irritabile (IBS), le infezioni intestinali, lo stile di vita sedentario, l’uso di alcolici e il fumo sono tutti fattori che possono compromettere l’equilibrio della flora intestinale, favorendo la crescita di batteri patogeni e riducendo i batteri benefici.
  • Emorroidi: possono influenzare il modo in cui una persona gestisce la propria evacuazione intestinale, e questo può a sua volta favorire problemi di stipsi.
  • Fattori psicosomatici e stress: possono influenzare la funzione intestinale e contribuire alla stipsi funzionale, detta “nervosa”, un esempio classico di disturbo psicosomatico in cui l’equilibrio emotivo e psicologico di una persona ha un impatto diretto sulle funzioni corporee. Il sistema nervoso autonomo, che controlla le funzioni involontarie del corpo, come la motilità intestinale, può essere influenzato dallo stress e da forti emozioni. In alcune persone con stipsi nervosa può infatti verificarsi un aumento delle contrazioni muscolari involontarie nell’intestino, il che può rendere difficile il transito delle feci. Questa situazione può essere aggravata dalla tensione muscolare e dallo spasmo, spesso associati a uno stato di ansia o tensione. I sintomi della stipsi nervosa possono variare ampiamente da persona a persona e includere feci dure o secche, sforzo eccessivo durante la defecazione, sensazione di evacuazione incompleta, gonfiore e dolore addominale. Una volta risolto il fattore scatenante o superato il periodo di stress, la funzione intestinale può tornare alla normalità.

Stipsi: sintomi, cause e rimedi

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I sintomi comuni ai vari tipi di stipsi

Ecco le indicazioni per capire quando si tratta di stipsi.

  • Sforzo eccessivo durante l’evacuazione: le persone affette da stipsi spesso devono fare uno sforzo significativo per espellere le feci, che possono essere dure e secche.
  • Sensazione di evacuazione incompleta: dopo essere andati in bagno, si può avere la sensazione che l’intestino non sia completamente vuoto.
  • Dolore addominale o gonfiore: la stipsi può causare crampi, dolore addominale e una sensazione di gonfiore dovuta all’accumulo di feci nell’intestino. Va detto che, quando le feci si muovono lentamente attraverso l’intestino, possono fermentare, producendo gas. Ed è proprio l’accumulo di gas che può causare distensione addominale, gonfiore e crampi. Si ricorda infine che la stipsi e i crampi intestinali sono sintomi comuni della sindrome dell’intestino irritabile, una condizione cronica che colpisce il tratto intestinale.
  • Riduzione della frequenza delle evacuazioni: si tratta di un ridotto numero di evacuazioni rispetto al normale ritmo intestinale di una persona. 
  • Problemi di stomaco, come gastrite e reflusso: la motilità intestinale (cioè la capacità dell’intestino di contrarsi e spostare il suo contenuto) può influenzare anche il funzionamento dello stomaco. Se l’intestino è rallentato, il cibo può restare più a lungo nello stomaco e causare acidità e bruciori. Va poi detto che il sistema nervoso enterico, che regola la funzione dell’intestino, può influenzare anche lo stomaco. Infine, un’alterazione nella flora intestinale (vedi “disbiosi”) può ripercuotersi sulla digestione e causare sia stipsi che gastrite e reflusso.

Stipsi: quando è grave 

La stipsi grave è una forma di stitichezza caratterizzata da sintomi più intensi e persistenti rispetto alle forme più lievi. Si tratta di una condizione cronica, che può avere un impatto significativo sulla qualità della vita e spesso richiede un intervento medico. Può essere causata da una varietà di fattori, tra cui i disturbi del pavimento pelvico e le malattie metaboliche ed endocrine. Condizioni come l’ipotiroidismo, il diabete e altre malattie metaboliche possono infatti rallentare il movimento intestinale, portando a stipsi grave.

Anche le malattie neurologiche come la malattia di Parkinson, la sclerosi multipla e le lesioni del midollo spinale possono interferire con i nervi che controllano il colon e il retto, causando stitichezza grave.

Ci sono poi alcuni farmaci, in particolare gli oppioidi, gli anticolinergici, i farmaci per la pressione alta e alcuni antidepressivi, che possono rallentare la motilità intestinale e contribuire alla stipsi grave.

La diagnosi della stipsi grave richiede una valutazione medica completa, che può includere test di laboratorio, radiografie, tomografia computerizzata (TC) o risonanza magnetica (RMN).

Un caso particolare: stipsi e celiachia

La stipsi è uno dei sintomi gastrointestinali che può essere associato alla celiachia, una malattia autoimmune in cui il sistema immunitario reagisce al glutine, una proteina presente in grano, orzo, segale, farro, khorasan, triticale e spelta. Nelle persone con celiachia, l’ingestione di glutine provoca una risposta immunitaria che danneggia il rivestimento dell’intestino tenue, impedendo l’assorbimento adeguato dei nutrienti e portando a vari sintomi, gastrointestinali e non.

Va detto che la stipsi non è il sintomo più comune della celiachia; più frequentemente, questa condizione si manifesta con diarrea cronica, dolore addominale, gonfiore e perdita di peso. Tuttavia, alcune persone con celiachia possono presentare la stipsi come sintomo principale, rendendo la diagnosi più difficile.

Per chi ha una diagnosi confermata di celiachia, l’adozione di una dieta senza glutine è il trattamento principale. Eliminare il glutine dalla dieta permette infatti ai villi intestinali di guarire, migliorando l’assorbimento dei nutrienti e alleviando i sintomi, inclusa la stipsi. Tuttavia, è importante notare che la guarigione intestinale può richiedere del tempo, e che alcuni sintomi, come la stipsi, potrebbero non risolversi immediatamente.

Stipsi: i rimedi naturali

  • Decotto di malva: è fonte di mucillagini emollienti, antinfiammatorie e antistipsi. Puoi usarla in decotto. Fai bollire per 2 minuti in mezzo litro di acqua 15 g di foglie di malva, quindi filtra. Bevine 1-2 tazze al giorno.
  • Gemmoderivati: alcuni sono utili per regolare la peristalsi intestinale, stimolandola in modo dolce e non aggressivo, come Betula pubescens, 50 gocce al mattino; Quercus peduncolata, 50 gocce al pomeriggio; Vaccinium Vitis Idaea (regolatore soprattutto della stipsi nel colon irritabile), 50 gocce alla sera. È consigliabile diluire i gemmoderivati in un grande bicchiere di acqua, che aiuterà anche a idratare le feci dure.
  • Psillio: contiene mucillagine, indicata nella stipsi anche cronica e quando si vuole ottenere un'evacuazione più facile e feci più morbide. Occorre ricordare però di assumere lo psillio con molta acqua, perché in caso contrario assorbe quella presente nell’intestino, con il risultato di provocare secchezza e anche stitichezza. La mucillagine ha inoltre proprietà antinfiammatorie e lenitive sulla mucosa, è quindi indicata nelle coliti e nel colon irritabile. Si assume in polvere: in genere una bustina al giorno seguendo le indicazioni sulla confezione.
  • Probiotici: sono importanti per contrastare la disbiosi intestinale che causa la stipsi. Li trovi in commercio in varie formulazioni. Chiedi consiglio al farmacista o erborista di fiducia per individuare quella più adatta al tuo caso e assumi il prodotto seguendo le indicazioni sulla confezione.
  • Rimedi omeopatici: uno dei rimedi più utilizzati, in particolare per le forme acute, è Lycopodium 5 CH (3 globuli 2 volte al giorno). Questo rimedio è adatto per quelle persone che vivono in tensione, che costringono e trattengono le loro emozioni, che sono suscettibili e incapaci a mediare, e che sono facili agli scoppi di collera. Invece, quando lo stimolo è assente da qualche giorno è consigliato Alumina 5 CH (5 granuli al giorno), mentre quando le feci sono dure e in presenza di emorroidi è utile Collinsonia canadensis 5 CH (5 granuli al giorno).
  • Magnesio: ha un effetto osmotico, il che significa che attrae acqua nell’intestino. Questo aiuta ad ammorbidire le feci e a facilitare il loro passaggio. Inoltre, può stimolare la motilità intestinale, aiutando le contrazioni muscolari dell’intestino a spingere le feci verso l’uscita. Ci sono diverse forme di sali di magnesio che possono essere utilizzate come lassativi. Tra le più comuni troviamo l’idrossido e il citrato di magnesio, che funzionano rapidamente attraendo acqua nell’intestino e stimolando l’evacuazione. Il solfato di magnesio viene spesso usato in forma di soluzione per i lavaggi intestinali o come preparato per la pulizia dell’intestino prima di esami o interventi chirurgici. 
  • Massaggio: per attenuare il disturbo, è utile anche fare un leggero massaggio in senso orario sull’addome, partendo da sinistra in basso, al fine di favorire la circolazione e il rilassamento.

I rimedi per la stipsi in gravidanza

  • Aumentare l’assunzione di fibre: anche in questo caso è consigliabile consumare alimenti ricchi di fibre come frutta, verdura, cereali integrali e legumi. Le fibre aiutano a trattenere l’acqua nelle feci, rendendole più morbide e facili da espellere.
  • Idratarsi bene: è il rimedio naturale più sicuro, perché bere molti liquidi, soprattutto acqua, aiuta a mantenere le feci morbide.
  • Fare esercizio fisico regolare: per esempio camminare, o fare nuoto, può aiutare a stimolare la motilità intestinale.
  • Gestire con il medico l’assunzione degli integratori di ferro.
  • Prendere dei preparati probiotici, come l’enterogermina.
  • Usare lassativi sicuri: in alcuni casi, e solo sotto consiglio medico, possono essere prescritti lassativi sicuri per l’uso durante la gravidanza. 

Stipsi: cosa mangiare

In caso di stipsi, una dieta adeguata può fare una grande differenza. Ecco alcune linee guida per migliorare la situazione attraverso l’assunzione di fibre, utili per mantenere le feci morbide e facilitare il transito intestinale.

Va però detto che un aumento improvviso dell’assunzione di tali elementi può peggiorare la stipsi e, se non si beve abbastanza acqua, queste possono assorbire l’acqua dall’intestino, rendendo le feci più dure e difficili da espellere. Inoltre, in alcune persone, particolarmente in quelle con disturbi gastrointestinali come la sindrome dell’intestino irritabile (IBS), le fibre possono causare sintomi come gonfiore e crampi e contribuire alla stipsi. Per questi motivi e per dare tempo al sistema digestivo di adattarsi, è consigliabile un’assunzione graduale.

Ecco allora le indicazioni pratiche per una dieta anti stipsi.

  • Inserisci le fibre nella dieta: occorre consumare frutta e verdura fresche. Buone scelte includono mele, pere, prugne disidratate, kiwi, broccoli, carote e spinaci. Opta inoltre per cereali integrali come avena, riso integrale, orzo e quinoa. Sostituisci il pane bianco e la pasta con le loro versioni integrali. Mangia legumi 2-3 volte alla settimana, preferendo fagioli, lenticchie e ceci, ma se ti causano gonfiore, consumali dopo averli passati al passaverdure per eliminare la pellicina che li ricopre, a volte causa di gonfiori addominali. Usa i semi di chia, 10g al giorno, da aggiungere a zuppe, minestre, yogurt o insalate.
  • Idratati bene: bevi almeno 8 bicchieri d’acqua al giorno, ma potrebbe essere necessario bere di più se aumenti l’assunzione di fibre.
  • Fai pasti più piccoli e frequenti: questo aiuta a stimolare la motilità intestinale. Evita invece pasti pesanti e troppo abbondanti, che possono rallentare il transito intestinale.
  • Consuma alimenti con un effetto lassativo naturale: tra questi ci sono le prugne disidratate e il succo di prugna, noti per l'effetto lassativo grazie al loro contenuto di sorbitolo.
  • Inserisci nella tua dieta quotidiana yogurt e altri alimenti fermentati (tempeh, miso, tè kombucha, kimchi): possono aiutare a mantenere una flora intestinale sana, importante per la regolarità intestinale.
  • Evita alimenti che possono peggiorare la stipsi: pane bianco, snack confezionati, fast food, cibi ad alto contenuto di grassi e anche alcuni prodotti lattiero-caseari possono favorire la stipsi, quindi è utile monitorare il loro consumo.

Stipsi: è importante sapere che…

  • Una stitichezza temporanea, che dura pochi giorni, può essere alleviata facilmente con l’uso di un lieve lassativo, aumentando l’assunzione di acqua e seguendo una dieta leggera. Tuttavia, se il problema persiste o diventa ricorrente, è fondamentale consultare un medico per escludere eventuali cause organiche attraverso una visita ed esami specifici. 
  • Alcune modifiche al proprio stile di vita (come aumentare l’attività fisica quotidiana, bere più acqua ecc.) e il riequilibrio della flora intestinale alterata dalla disbiosi possono risolvere il problema. 
  • L’uso dei lassativi, se improprio o eccessivo, può comportare effetti collaterali a volte più gravi della stitichezza stessa. Esistono principalmente due categorie di lassativi. Il primo gruppo include i lassativi a base di fibre vegetali, come crusca e sali di magnesio, che attirano acqua nell’intestino e aumentano il volume delle feci. Questi sono generalmente considerati sicuri. Il secondo gruppo comprende lassativi ad azione irritante, come olio di ricino, senna, rabarbaro e cascara. Questi irritano la parete intestinale e stimolano la peristalsi. I rischi associati a questi lassativi includono l’assuefazione e l’insorgenza di un’eccessiva motilità intestinale, che può trasformare una stitichezza cronica in colite spastica.
  • Quando si forma un fecaloma: il fecaloma è una massa dura di feci, una sorta di tappo, che si forma negli ultimi tratti dell’intestino e può provocarne l’ostruzione. È molto importante ammorbidire questo tappo mediante appositi clisteri e supposte o con la frantumazione effettuata manualmente. Nei casi più gravi e complessi può essere necessario fare ricorso all’interventochirurgico.

Stipsi: la lettura psicosomatica

La stipsi può essere vista anche attraverso una lettura psicosomatica, che considera il legame tra mente e corpo. Secondo la psicosomatica, la stipsi potrebbe riflettere dei blocchi emotivi o una difficoltà nell'elaborare emozioni come rabbia, paura o frustrazione. Questi blocchi impedirebbero al corpo di "lasciar andare" non solo le scorie fisiche, ma anche le emozioni represse. La stipsi potrebbe manifestarsi quando una persona si sente incapace di esprimere se stessa o vuole "tenere tutto sotto controllo" nella propria vita.

Inoltre, ansia e stress sono strettamente legati alla funzione intestinale. La mente, quando è sotto pressione, può rallentare il normale funzionamento del corpo, e la stipsi diventa così un riflesso fisico di questo sovraccarico emotivo. Un altro aspetto importante nella lettura psicosomatica è il tema del lasciare andare: la stipsi potrebbe indicare una resistenza inconscia ad abbandonare il passato, le vecchie abitudini o le situazioni che non servono più, simbolizzando una difficoltà nel rinnovarsi.

La stipsi che cronicizza potrebbe quindi essere vista come un invito a prendersi più cura di sé, imparando a rilasciare le tensioni interne e a sviluppare una maggiore capacità di adattamento ai cambiamenti, senza paura di affrontare l'incertezza. In questo senso, la stipsi non è solo un problema fisico, ma la manifestazione di un equilibrio psico-emotivo da ristabilire.

Fiorella Coccolo
Esperta di erbe officinali e alimentazione. È direttore responsabile di Curarsi Mangiando, Le Ricette PerdiPeso e Le Ricette della Salute delle Edizioni Riza

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