I lipidi, nome scientifico dei grassi, sono necessari alla nostra alimentazione, anche per dimagrire: ma occorre scegliere quelli giusti nelle quantità corrette
Un tempo i cibi grassi erano demonizzati soprattutto per chi voleva dimagrire, ma oggi non è più così. Le diete “low fat”, ovvero a basso contenuto lipidico, non vanno più di moda per dimagrire. È iniziata invece la loro riabilitazione. Perché i grassi, con le dovute attenzioni legate al fatto che comunque forniscono 9 calorie per grammo, sono necessari, anche alla perdita di peso. “Se riduciamo drasticamente i grassi nella nostra alimentazione - afferma la dottoressa Laura Onorato, nutrizionista biologa e collaboratrice del Centro Riza di Medicina Naturale, “magari con l’idea di dimagrire più in fretta, facciamo un errore. Utilizzati nel modo e nelle quantità giuste, possono davvero aiutare a dimagrire”.
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“Questa riabilitazione dei grassi - continua la dottoressa Onorato - richiede una precisazione: si tratta sempre di nutrienti calorici, che non a caso rappresentano anche una riserva energetica. Non bisogna quindi eccedere. Quello che poi bisogna imparare a fare è scegliere bene, all’interno della grande famiglia dei cibi grassi, quelli miglioriper dimagrire, che sono quelli di tipo insaturo. Ad esempio non bisogna per forza rinunciare al burro, perché, usato nelle giuste dosi, non fa ingrassare, né rappresenta un pericolo per la linea o la salute. Naturalmente, va usato con moderazione”.
La componente lipidica dovrebbe fornire il 30% dell’apporto calorico giornaliero. Numeri che, in astratto, significano poco ma che, tradotti in pratica, vogliono dire che in una dieta di 1400 calorie, 420 calorie dovranno derivare dai grassi, il che corrisponde a circa 46 grammi di grassi. Non poco. E ancora più in concreto: 20 g di noci apportano circa 11 g di grassi. Un solo cucchiaio di olio extravergine ne aggiunge altri 10. Con due uova e 12 g di burro si sarebbe praticamente raggiunto l’apporto quotidiano, senza contare però i grassi che sono presenti anche in cereali, carne, pesce e, in minima parte, verdura e frutta. In quest’ultima categoria sta uno dei cibi più ricchi di grassi (buoni), l’avocado: 100 g apportano ben 14,66 g di grassi, per lo più monoinsaturi. Tra i latticini, 10 g di grassi si ottengono anche da 100 g di ricotta vaccina o da 35 g di parmigiano.
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Gli alimenti di origine vegetale hanno in genere una percentuale di grassi buonimaggiore. I grassi da ridurre, quelli collegati anche a patologie cardiovascolari, sono invece presenti in carne e formaggi. Ma non bisogna concludere che vegetale e sano siano sempre collegati. Un esempio sono i grassi vegetali idrogenati presenti ad esempio nella margarina. Altro grasso vegetale sul banco degli imputati è l’olio di palma, accusato di favorire l’infiammazione delle arterie che porta all’aterosclerosi, per la presenza di acidi grassi come l’acido stearico e palmitico.