L’umeboshi giapponese si prepara con delle particolari albicocche salate e il risultato è un cibo che previene le infezioni e pulisce a fondo fegato e reni
La vita moderna mette sempre più alla prova corpo e psiche: diventa quindi essenziale alimentarsi in modo funzionale per aumentare i livelli di energia e neutralizzare la fatica. Per fortuna in nostro soccorso arriva l'umeboshi, uno degli alimenti che più aiuta a rigenerare l’organismo in caso di stanchezza e astenia; se ne alimentavano abitualmente i samurai, gli antichi e formidabili guerrieri giapponesi. Questo alimento viene chiamato abitualmente prugna umeboshi, anche se da un punto di vista botanico il frutto da cui origina è più simile a un'albicocca.
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Ma che cos'è esattamente l'umeboshi? Si tratta di una varietà di albicocca (chiamata ume in Giappone) che viene raccolta a giugno quando è ben matura dall’albero asiatico Prunus mume, dopodiché viene esposta a sole e vento per essiccare. Si ottiene così il boshi, che viene messo a macerare con sale e foglie rosse di shiso (Perilla frutescens) rigorosamente dentro vasi di porcellana. La lavorazione può durare fino a sei mesi e il prodotto finale è appunto l'umeboshi, un cibo ricco di batteri buoni, enzimi e acidi organici, considerato in Oriente una specie di farmaco, usato per contrastare i problemi digestivi ed epatici, raffreddori, febbre e fastidi intestinali.
Fra i principali benefici che questo alimento orientale apporta, uno dei più significativi riguarda la sua azione alcalinizzante. Data l’elevata concentrazione di tiamina (vitamina b1), le prugne umeboshi aiutano molto la digestione: ad esempio, puoi aggiungere uno di questi frutti (eliminando il nocciolo) all’acqua di cottura delle verdure al posto del sale, per insaporire e rendere il pasto più salutare. Oppure puoi suddividere una prugna in sei pezzetti e prenderne uno al giorno per alleviare acidità, reflusso e gastrite.
Per contrastare l’eccesso di acidità dovuto ad un’alimentazione troppo ricca di proteine e grassi animali, prova questo rimedio detox:
Quando ti senti con le pile scariche:
Per prevenire febbre, raffreddore e influenza, due volte alla settimana sciogli la polpa di una prugna umeboshi in una tazza di tè bancha (una varietà di tè verde giapponese) bollente; poi aggiungi un cucchiaino di succo fresco di zenzero e uno di salsa di shoyu. In questo modo rafforzerai il sistema immunitario e ti assicurerai un’elevata dose di flavonoidi.
Gli esperti di macrobiotica (i negozi specializzati in questo tipo di cucina sono i più indicati per l'acquisto) suggeriscono di consumare un pezzetto di prugne umeboshi al mattino a digiuno. Chi non ama il loro sapore intenso può usare come condimento l’acidulato, ossia il liquido fermentato in cui vengono conservate le prugne umeboshi. Per il suo gusto spiccatamente salato, l’acidulato si usa al posto di aceto, sale e salsa di soia su insalate e verdure cotte. Aggiungendo qualche goccia di acidulato all’acqua di cottura al posto del sale si aumenta la digeribilità e il sapore degli alimenti. Inoltre, questo liquido ha un forte potere detossinante.
Secondo la medicina cinese, il consumo abituale di prugne umeboshi riequilibra il funzionamento di fegato, reni, polmoni e intestino quando sono sovraccarichi di tossine e non riescono più a svolgere al meglio la loro funzione, aprendo la strada a infiammazioni e infezioni. Ciò avviene grazie alla ricchezza di acido citrico che ha un effetto alcalinizzante riequilibrando il pH del sangue. Se il sangue si acidifica troppo, diventa un ricettacolo di virus, funghi, batteri patogeni e muco che fanno ammalare gli organi. L’acido citrico favorisce inoltre l’assorbimento intestinale di alcuni minerali, fra i quali il ferro. Controindicazioni: non assumere in caso di ulcera al duodeno.