Se un piccolo si sente in dovere di “fare il grande” e si sottopone al grande stress di piacere a tutti i costi ai genitori, inevitabilmente rallenterà lo sviluppo su altri piani...
Ci scrive la mamma preoccupata di una bambina, Manuela: l’anno prossimo la piccola andrà in prima elementare e di notte dorme ancora con il pannolino. La cosa curiosa è che non sempre lo sporca, ma quando lo toglie, puntualmente fa la pipì a letto. La bambina è primogenita e il suo fratellino ha tre anni. “Questo è l’unico neo che ha”- dice la mamma - “Per il resto è l’orgoglio di mamma e papà, è una bimba precoce in tutto e sembra più matura della sua età”. Prosegue raccontando che già dall’anno scorso scriveva le lettere dell’alfabeto, parla bene, anche usando parole difficili, è ubbidiente e molto autonoma. Per questi motivi i genitori pensavano di anticipare l’iscrizione a scuola, poi, per questioni burocratiche, hanno rinunciato. Manuela spesso si occupa del suo fratellino più piccolo, è sempre gentile con lui e non ha mai nutrito alcuna forma di gelosia nei suoi confronti. La mamma chiede dei suggerimenti su come può comportarsi per aiutarla a togliere il pannolino e conclude la sua richiesta d’aiuto in questo modo : “Noi cerchiamo di premiare i suoi comportamenti da bambina più grande, è la strada giusta?».
C’è un tempo per ogni cosa
Esiste una tendenza, da parte dei genitori di oggi a voler anticipare le prestazioni del proprio figlio dimenticando così i tempi naturali della sua crescita. I bambini a 3 anni usano il computer, alle elementari hanno già il telefonino ma a 9 spesso dormono ancora nel lettone dei genitori e continuano ad adottare un linguaggio infantile. Questo atteggiamento genitoriale non giova alla tranquillità del bambino che si sente in dovere di dimostrare di essere sempre più bravo, per garantirsi l’affetto e la stima di mamma e papà. A forza di mandare giù tensioni, il risultato è lo stress. Nel caso di Manuela, la piccola eccelle in tutto, si atteggia a piccola donna occupandosi del fratellino, ma è pur sempre una bambina e lo esprime in modo chiaro attraverso l’enuresi notturna. Questo segnale è una richiesta silenziosa di quell’affetto e di quelle attenzioni che le spettano, ma non solo: è come se volesse reclamare il suo diritto di essere bambina, mentre sente che non le viene riconosciuto. La necessità del pannolino è in realtà una richiesta di aiuto. Non solo, il lago di pipì che invade il letto di Manuela di notte è lo spazio di quelle emozioni che non si concede di manifestare di giorno: mai un capriccio, mai un lamento. La bambina non si lascia mai andare e non si permette nemmeno di esprimere apertamente quando non ha voglia di giocare con il fratellino. Non sorprende che, proprio di notte, il suo mondo emotivo venga a galla in questo modo…
I consigli giusti
- Meglio non rinforzare nella piccola dei comportamenti da bambina più matura, inoltre è bene non insistere affinché lei dorma senza pannolino. Al contrario, prima di andare a letto coccoliamola un po’, raccontiamole una storia e facciamole sentire che le stiamo vicini.
- Dal racconto materno emerge un eccesso di razionalità e auto-controllo, quindi un suggerimento per loro e per ogni famiglia è di provare ogni tanto a rompere le abitudini quotidiane con piccoli fuori programma come per esempio organizzare delle feste a casa, preparare delle cene con gli amichetti, oppure dipingersi per gioco i volti come a carnevale. Rompere gli schemi aiuta a lasciarsi andare, a farsi portare da ciò che si sente, mettendo da parte i ruoli rigidi in cui ci si tende a chiudere.
- Quando i bambini manifestano un’intelligenza spiccata e risorse creative superiori alla media, evitiamo di spingerli a fare tutto ciò che saprebbero fare. Non hanno bisogno di pungoli stimolanti. L’identità di un figlio è già dentro di lui, qui e adesso. È come una pianta che sta crescendo: ha solo bisogno di un terreno favorevole. Quando sarà ora, il bambino manifesterà queste qualità…