La depressione post partum nella forma più lieve colpisce 8 neomamme su 10: scopri cos'è, le cause e i sintomi per riconoscerla, come prevenirla e come uscirne
I primi momenti trascorsi con il proprio bambino non sono certo semplici da vivere; anzi, l’80% delle neomamme vive quello che gli esperti hanno definito come “baby blues”. Si tratta di un insieme di leggeri disturbi dell’umore che si manifestano in modo acuto tra il terzo e il quinto giorno dopo il parto, ma che scompaiono, da soli, nell’arco di una decina di giorni. Tante donne non si riconoscono più, è come se avessero le “lacrime in tasca” e piangono per qualsiasi piccolezza.
Ma non c’è da allarmarsi: in questo processo è coinvolto il brusco calo degli ormoni. Non solo, si uniscono la spossatezza del parto, eventuali difficoltà nell’allattare o il dolore di una ferita dovuta a un parto cesareo. L’organismo ha solo bisogno di adattarsi ai nuovi ritmi e di ritrovare l’equilibrio, serve un po’ di riposo e pazienza. Se invece stati d’animo come malinconia e tristezza perdurano o ricompaiono dopo il primo mese di gravidanza, si può considerare che si tratti di un vero e proprio caso di depressione post partum. In questo articolo scopri tutto ciò che c’è da sapere sulla prevenzione e sul trattamento della depressione post partum.
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La nascita di un figlio viene di solito raccontata quasi esclusivamente come un momento di gioia, soprattutto per le mamme. Eppure, per moltissime donne, i giorni immediatamente successivi al lieto evento vengono vissuti con un misto di sensazioni spiacevoli: ansia, tristezza, crisi di pianto, pensieri cupi, assenza di stimoli.
Che cosa succede? Nella maggior parte dei casi, nulla di preoccupante, si tratta della fisiologica depressione post partum, che riguarda la stragrande maggioranza delle neomamme. Il baby blues (così viene anche chiamato questo stato dell'umore) arriva 3 o 5 giorni dopo la nascita del bambino, e viene innescato anche dal brusco calo degli ormoni che fisiologicamente interessa il corpo femminile dopo il parto. Questa forma di depressione post partum passa quasi sempre da sola nel giro di pochi giorni.
Gli studi hanno evidenziato che nel 10-15% dei casi, però, la tristezza e il calo dell'umore non cessano e, in genere fra il terzo mese e il primo anno di vita del bambino, evolvono in una depressione post partum clinicamente significativa. In questo caso i sintomi sono i medesimi della depressione vera e propria: ansia e preoccupazione persistenti, umore abbattuto e depresso, pessimismo, perdita di interesse o di piacere nel fare le cose quotidiane, disturbi del sonno e dell'alimentazione. Esistono poi sintomi legati in modo diretto alla maternità, come il senso di inadeguatezza e di incapacità rispetto alle esigenze del bambino e al fatto di riuscire a prendersene cura.
L’ultima versione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) considera la depressione post partum come un disturbo depressivo maggiore se la manifestazione sintomatologica si verifica durante la gravidanza o nelle quattro settimane successive al parto. Di seguito i sintomi:
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La letteratura scientifica ritiene che vi siano alcuni vissuti che possono favorire l'insorgenza del disturbo. Le cause della depressione post partum più comuni includono:
Non è semplice accorgersi e accettare il fatto di essere vittima della depressione post partum: in primo luogo, i sintomi possono essere facilmente confusi con la stanchezza fisiologica che la presenza di un neonato inevitabilmente comporta. Consideriamo poi che spesso è la donna stessa a minimizzare il suo stato, a sottovalutare i sintomi. "Tutti sono felici, dovrei esserlo anche io, invece mi sento depressa, mi vergogno tanto dei sentimenti che provo e così fingo una serenità che in realtà non ho". Queste parole di una neomamma vittima della depressione post partumspiegano bene come questo disturbo sia davvero un pesante fardello da portare: da un lato stai male, dall'altro ti senti sbagliata per il fatto stesso di provare ciò che senti.
Specialmente se si riconosce la presenza di uno o più fattori di rischio di depressione post partum nella propria vita, è utile mettere in campo delle strategie preventive per evitare (o almeno alleviare, nel caso di insorgenza) la depressione post partum. Ecco le principali.
Come curare e superare questo disturbo? Nei casi più gravi la strada maestra è quella della psicoterapia, mentre gli psicofarmaci sono vivamente sconsigliati, specialmente se una donna è in fase di allattamento. Spesso, all'origine della depressione post partum, troviamo due fattori: il perfezionismo e la tendenza di alcune donne a vedersi solo ed esclusivamente come madri.
Il perfezionismo materno ha a che vedere con un supposto bisogno di controllo assoluto sul bambino e su tutte le incombenze a lui necessarie. Questo rischia di produrre pensieri ossessivi sulla propria adeguatezza al ruolo di mamma, che inevitabilmente sfoceranno nell'idea di non potercela fare, di non essere all'altezza, di essere una cattiva madre. La colpa è del modello perfezionistico e irraggiungibile che la neomamma ha in mente, non certo delle sue vere capacità.
Il secondo fattore, anche questo legato al tema delle aspettative, consiste in un annullamento più o meno consapevole di tutte le prerogative del femminile a vantaggio della funzione materna. Il primo ambito che viene trascurato è in genere la sfera erotica e questo ha un'incidenza diretta sull'insorgenza degli aspetti depressivi, ma in qualche caso la trascuratezza riguarda anche altri ambiti, come quelli del lavoro o della sfera delle amicizie.
La combinazione di questi fattori crea un cortocircuito interno alla donna di cui la depressione post partum costituisce l'aspetto più evidente, il sintomo. Sotto, c'è il rapporto con se stessa e con la propria femminilità. Prendere consapevolezza di queste tendenze comportamentali è il primo scudo contro la depressione post partum, che non arriva per tormentarci ma per farci evolvere.