L'insoddisfazione cronica crea un senso di vuoto costante: se non sei mai contento della tua esistenza devi contemplarla così com'è, per scoprire come agire
Alcune persone vivono così, preda di un senso di insoddisfazione continua senza mai davvero esser contenti né appagati, anche se magari hanno una vita ricca di avvenimenti e risultati. Per loro c’è sempre qualcosa che manca: non riescono proprio a essere felici. Alla radice di questo atteggiamento ci possono essere vari fattori: il perfezionismo, l’abitudine a considerare la felicità come qualcosa che “deve ancora arrivare”, la difficoltà a vivere le emozioni in modo diretto e lineare. Ma c’è un denominatore comune ed è un senso di superiorità implicito, non dichiarato, nascosto. La persona, nel suo definire inappagante la realtà presente, sembra avere in mente “ben altro” rispetto a quel che c’è adesso, e considera questo “ben altro” proporzionale al proprio “ovvio e scontato altissimo valore”.
Chi sta accanto a chi è vittima di insoddisfazione cronica, all’inizio li giudica consapevoli di quello che vogliono, ma poi, poco a poco, inizia a provare un indefinito fastidio, fino a quando si chiede: "Ma chi si crede di essere, per ritenere i risultati degni della sua gioia solo quando solo stratosferici?". E in seguito si domanda: "Ma allora di me, che sono contento della mia semplice realtà quotidiana, penserà che sono un mediocre". In effetti la risposta è: sì. L’insoddisfatto ha un atteggiamento snobistico, per il quale lui può sentirsi appagato solo da qualcosa di speciale, mentre gli altri, non essendo speciali, possono accontentarsi anche del “poco” che il quotidiano offre.
In realtà questo eterno insoddisfatto non è per nulla sicuro del proprio valore. Non sa se “vale o no” e quell’eterna insoddisfazione è un modo per sfuggire a un incontro reale con la propria traballante autostima. Tagliare questo intrico di pensieri è il primo, fondamentale passo per chi vuole uscire dal senso di onnipotenza e iniziare a godere della vita come un comune mortale. Limitato, forse, ma felice.
La frase che si cela dietro l’eterna insoddisfazione è: “Se gioisco di piccole cose vuol dire che mi bastano, e quindi che anche io potrei essere “piccolo” e limitato”. Il dubbio di non valere impedisce di gustarsi la vita.
Poche regole, molto precise: eccole