Se per difenderti dalla claustrofobia ti nascondi in una gabbia, starai peggio: la soluzione è la libertà, non chiudersi in un finto rifugio
Fiona, una donna di 40 anni, soffre da tempo di una forte claustrofobia, che non le permette ad esempio di viaggiare in macchina senza compagnia o di prendere l’ascensore. Anche quando deve uscire con le amiche, se si trova da sola in macchina, non riesce a guidare e deve sempre chiedere al marito di accompagnarla, alimentando il suo disappunto. Lei non vuole dover rinunciare ai suoi passatempi e alle sue amicizie, così l’atmosfera in famiglia si fa sempre più tesa. Dopo aver provato invano altre soluzioni, Fiona, esasperata, decide di iniziare una psicoterapia di indirizzo psicosomatico.
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Durante le prime sedute Fiona racconta che la claustrofobia la accompagna da quasi tutta la vita e che probabilmente il fatto di aver subìto due incidenti in auto mentre guidava da sola ed essere rimasta bloccata in ascensore da bambina non hanno fatto che peggiorare questo suo stato emotivo.
Contrariamente alle sue aspettative, lo psicoterapeuta le consiglia, invece di scappare dalla sua paura, di affrontarla, passo dopo passo, attraverso l’immaginazione. Secondo la psicosomatica, occorre accogliere appieno il disagio provato per potergli permettere di svolgere la sua funzione autentica, che non è farci “vivere” nel disagio ma riscoprire la nostra autenticità.
Così, guidata inizialmente dallo psicoterapeuta e poi via via sempre più autonomamente, Fiona inizia ad immaginare proprio la situazione che più la blocca: trovarsi da sola in auto mentre guida in una strada sconosciuta e buia. Non ha nemmeno una meta, ma continua a guidare per il solo piacere di farlo. Mentre immagina, una sensazione di benessere la pervade e alla fine la scena buia si trasforma in un bellissimo parco illuminato dove lei si ferma con la macchina e riesce ad ammirare la natura e la pace che la circondano.
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Nel corso delle settimane, Fiona ha percepito, senza ostacolarne il fluire, l’angoscia che provava per gli spazi chiusi e stretti e ha immaginato di guidare da sola in diverse situazioni. Alla fine ha provato a rimettersi alla guida anche nella realtà e proprio per una strada sconosciuta! Fiona è riuscita nel suo intento e anche in maniera piacevole, senza più la paura di non essere in grado di affrontare le situazioni che fanno parte della sua vita e lasciandosi libera di nuovo di esprimere sé stessa e di vivere senza blocchi o compromessi.