La vera realizzazione non ha a che vedere con il raggiungimento di mete e modelli esterni, ma con lo sviluppo delle radici, che preparano la nostra fioritura
Silvia, una lettrice di Riza Psicosomatica, scrive questa e mail alla redazione:
"A volte sto male perché guardo la mia vita e mi sembra un fallimento. Non ho ottenuto molto, i miei progetti non si sono realizzati, le cose non sono andate come mi aspettavo. Da giovane mi piaceva immaginarmi in una posizione di prestigio, realizzata, riconosciuta. Invece non ho realizzato niente di concreto. Faccio mille cose, mi appassionano l’arte e la musica, suono anche in un gruppo, imparo sempre… Tutte cose che adoro, ma dal punto di vista professionale ho avuto solo posizioni precarie e poco riconoscimento. Quando ci penso mi vergogno molto, mi sembra che tutti gli altri abbiano qualcosa e io nulla..."
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Cara Silvia, il cuore non dice: "Mi piacerebbe battere"; batte e basta. Per il corpo non esiste il "mi piacerebbe" con cui ti cullavi da giovane. Esiste il "voglio" e il "faccio". Hai mai pensato allora che se non hai ottenuto qualcosa, forse è proprio perché non lo volevi davvero, perché qualcosa dentro di te sapeva che non era la tua strada? Nella vita non possiamo far altro che sviluppare le nostre radici, ossia le cose che ci vengono facili senza bisogno di cambiare niente. Ciò che voglio lo immagino e aspetto che accada. Tutto qui! Siamo nati per avere ciò che vogliamo, purché sia corrispondente a ciò che siamo. Il problema è che siamo continuamente distolti da ciò che assorbiamo: dagli ideali, dai modelli, dai progetti dell’Io. C’è una differenza sostanziale tra ciò che vogliamo e ciò che assorbiamo. I tuoi obiettivi erano ideali assorbiti dall’esterno: nella realtà non ti interessano affatto, altrimenti non ti saresti dedicata ad attività che ti piacciono di più, come quelle che dici di fare ora.
Il dolore che provi non è legato ai motivi che pensi tu: non stai male perché non hai realizzato i tuoi progetti, stai male perché resisti e lotti contro di te. Da una parte aspiri a obiettivi esterni che non ti corrispondono, dall’altra denigri te stessa, ti combatti, ti critichi perché non fai niente per raggiungerli. E così mantieni le attività che davvero ti gratificano in una zona “di riserva”, confinate tra i passatempi, tra le cose non veramente importanti. E non le sviluppi come potresti. Ma il benessere viene solo dall’accogliere ciò che c’è dentro di noi, così com’è. Al contrario, più è forte la direzione che voglio impormi, e più diventa forte il vuoto che l’anima deve mandare per correggermi.
Quando percepisci ciò che vuoi, spontaneamente lo fai, come il tulipano fa il tulipano. Che altro potrebbe fare? Se però il tulipano si convince di voler fare la quercia, non possono che venirne guai. L’importante è non interferire con credenze assorbite: quando eviti questo rischio, l’anima sa già cosa fare. Quindi stai con le cose così come sono, esattamente come sono: non toccarle. E la partita cambierà totalmente. Il ciclo mestruale viene grazie a qualcosa che non puoi controllare: vuol dire che qualcosa in te, che tu non conosci, continua a ricreare il tuo femminile mese dopo mese. C’è qualcosa che sta facendo Silvia proprio come va fatta, indipendentemente dalle tue convinzioni, dai tuoi progetti e anche dal tuo attuale scontento. C’è un’energia sconosciuta che crea Silvia. Sai come ne deve avere piene le scatole, quell’energia, dei tuoi pensieri e dei tuoi progetti? Prova a buttarli via tutti. Prova a pensare che c’è una Silvia che sta facendo quello che va fatto!