Raramente pericolosa nei bambini, negli adulti questa malattia infettiva può essere più problematica e accanto ai farmaci possono essere usate cure verdi e omeopatiche
Contrariamente alla maggior parte delle malattie esantematiche, che sono di natura virale, la scarlattina è una patologia causata da un batterio: lo streptococco beta-emolitico di gruppo A, di conseguenza non esistono vaccini per questa patologia. Inoltre, poiché di questa famiglia di batteri esistono molti ceppi, contrariamente a quanto avviene coi virus è possibile (anche se infrequente) reinfettarsi più volte. L'infezione si contrae per via orale o respiratoria, tramite il contatto col muco o con goccioline di saliva di un malato affetto da tonsillite da streptococchi che contengono una tossina responsabile della tipica eruzione cutanea rosso scarlatto, da cui deriva il nome popolare della malattia.
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Frequente e raramente pericolosa nei bambini in età pediatrica fino ai 12 anni, come tutte le patologie infettive infantili la scarlattina può causare negli adulti complicazioni anche gravi - benché rare - come febbri reumatiche, encefaliti e osteomielia, e non va quindi sottovalutata: non a caso anche malattie virali come varicella o morbillo contratte da adulti possono provocare disturbi gravi e perfino, nel caso degli orecchioni, la sterilità maschile. In caso di sospetta scarlattina è bene quindi ricorrere immediatamente ad un tampone faringeo per verificare la presenza dello Streptococco Beta emolitico di gruppo A.
Una volta infettati dal batterio, dopo un'incubazione che va da due a sei giorni compare il sintomo più vistoso e inequivocabile - la cosiddetta "maschera scarlattinosa", dovuta alle tossine rilasciate in circolo dallo streptococco responsabile della malattia. Caratteristico e inequivocabile, l'esantema da scarlattina compare con chiazze ruvide a puntini scarlatti che invadono il volto - tranne occhi e naso - e la lingua, ricoperta da una patina bianca fitta di puntini rossi (detta "lingua a fragola bianca"). L'esantema si estende poi a collo, ascelle e inguine, fino a invadere il resto del corpo nel giro di un paio di giorni. A questi sintomi si associano spesso mal di gola, gonfiore alle tonsille e problemi addominali. Lo sfogo esantematico dura qualche giorno, poi comincia a impallidire, dando luogo alla desquamazione delle zone colpite. Per la guarigione totale occorre comunque attendere almeno un paio di settimane.
La terapia medica della scarlattina si affida ad antibiotici specifici, con l'ausilio di probiotici per sostenere la flora batterica danneggiata dal farmaco. Molto importante è anche restare a riposo assoluto e bere molto per mantenere idratato l’organismo.
Se rapidamente diagnosticata e curata, la scarlattina in gravidanza non è pericolosa né per la madre né per il feto, tranne nel raro caso in cui l'infezione si estenda alla vagina. In caso di sospetta scarlattina, la prima cosa da fare è quindi contattare sia il medico che il proprio ginecologo per praticare un tampone vaginale che accerti l'eventuale infezione locale.
Alla terapia antibiotica prescritta dal medico può essere associata una cura a base di propoli, ottimo antibatterico, da usare come spray disinfettante. In caso di febbre è bene ricorrere alla tintura madredi ribes nero, potente antinfiammatorio, nella dose di 30 gocce in mezzo bicchiere d'acqua, due o tre volte al giorno, mentre per alleviare il prurito e l'infiammazione cutanea si può ricorrere a bagni a base di acqua tiepida e amido di riso.
L'omeopatia è particolarmente ricca di rimedi, ottimi sia come terapia di fondo che come rinforzo alla terapia antibiotica, da scegliere in base ai sintomi prevalenti. Salvo diverse indicazioni del medico omeopata, i rimedi vanno assunti alla diluizione 7 CH, nella dose di 3 granuli tre volte al giorno, sotto la lingua.